Sul Corriere della Sera del 6 ottobre 2024, segnalo un articolo di Roberto Saviano.
Nel testo si legge, tra l’altro – Parcheggi, panini, biglietti (non solo bagarinaggio), pensate davvero sia questo il business degli ultrà? È solo un ombrello, il vero business è la droga. Cocaina, eroina, ecstasy, hashish e marjuana. I narcosoldi li riciclano nelle attività collaterali. Ecco perché provarono a prendersi la mensa dello stadio juventino o vogliono gestire i negozi. Riciclaggio. Non è da lì che guadagnano. Il business primo resta la droga. Il nostro Paese è leader nel settore del narcotraffico. Ricordate le parole del boss colombiano El Mono Mancuso? «La coca è una pianta strana che ha le foglie in Sudamerica e le radici in Italia». E molte di queste radici sono negli stadi -. E, purtroppo, aggiungerei, non solo negli stadi. La coca è un mezzo importante per impadronirsi della società civile. Di questo se ne parla poco.
Giustamente dichiariamo guerre preventive a sostanze che non sono (ancora?) diffuse ma ci dimentichiamo di quelle che ci stanno devastando.
Riccardo C. Gatti