Il Rinascimento psichedelico USA è una rivoluzione?

Negli USA il cosiddetto Rinascimento Psichedelico inizia ad espandere la sua influenza in campi differenti.

In parte non c’è nulla di nuovo, nel senso che già negli anni ’50 alcuni psichiatri sperimentavano l’utilizzo di mescalina ed LSD per trattare dipendenze patologiche ed altri disturbi mentali. Non sono in grado di dire se queste linee di intervento furono successivamente, almeno in parte, trascurate, perché meno efficaci di altre, oppure, perché la dichiarata “guerra alla droga”, finiva per considerare con sospetto molte sostanze utilizzate anche a fini non terapeutici. Di fatto, studi e ricerche sui trattamenti con sostanze psichedeliche, rimasero un po’ in disparte, anche se ne veniva proposta la possibile utilità per disturbi post-traumatici o anche per altri disturbi resistenti alle terapie più consolidate. Fatto sta che, anche dal punto di vista di altri aspetti, culturali e spirituali, oppure concernenti la creatività e l’uso ricreazionale, gli psichedelici, rispetto ad altre droghe, per diversi anni, rimasero un ricordo legato al passato, oppure oggetto di sperimentazione e consumo di gruppi ristretti di persone.

Più recentemente, però, si è coniato il termine di rinascimento psichedelico (Psychedelic Renaissance) non solo riferendolo ad una new wave nella ricerca clinica[1] ma anche alla teorizzazione dell’uso degli allucinogeni in ambito wellness e non solo. Giornali economici, ad esempio The Wall Street Journal, hanno iniziato a pubblicare titoli come “Magic Mushrooms. LSD. Ketamine. The Drugs That Power Silicon Valley” dove si parla di un movimento di imprenditori come Elon Musk e Sergey Brin che sostengono l’uso determinate sostanze psichedeliche, eventualmente in microdosi, per espandere le menti, migliorare la vita e produrre scoperte commerciali[2].

Questo costituisce la reale novità connessa al Rinascimento Psichedelico: il consumo di droga di routine che si sposta da una attività “fuori orario” a cultura aziendale. Si tratterebbe di una reale rivoluzione con una serie di implicazioni conseguenti, tra cui la legalizzazione di queste sostanze per uso non terapeutico, ma anche il cambiamento di politiche aziendali consolidate da anni. In ogni caso questo aprirebbe progressivamente un mercato legale degli psichedelici, con implicazioni anche economiche che potrebbero interessare gli investitori con nuove startup, per la produzione ed il commercio di sostanze, non solo sintetiche ma anche di origine naturale. Gli investimenti, per ora, guardano al mercato dei farmaci e secondo Business Insider[3] gli 11 principali investitori di capitale nel settore hanno complessivamente distribuito 139,8 milioni di dollari in startup, in pochi anni.

Ma … c’è un ma.

Il 6 gennaio 2024, il Wall Street Journal pubblica un rapporto dettagliato[4] sul consumo di droga di Musk che viene ripreso da media di tutto il mondo. Leggendoli, risultano evidenti preoccupazioni da parte di investitori, azionisti e consiglieri di amministrazione delle aziende di Musk, che vengono riassunte da un titolo di Wired: “Elon Musk ha un problema di droga?”[5]

Qualcuno, da noi, nel frattempo, la butta in politica: che ci faceva Elon Musk ad “Atreju” con il primo ministro italiano Giorgia Meloni, leader di una destra che, rispetto all’uso di droghe ha atteggiamenti poco accomodanti?

Ma il problema, in realtà, è molto più complesso perché, a parte le ripercussioni individuali, i mercati azionari non sembrano proprio in sintonia con i consumi di sostanze di qualunque genere. Un esempio eloquente è riportato dallo stesso Wired a proposito di Musk. Nel 2018, durante un’apparizione nello show radiofonico di Joe Rogan, in cui fumò erba e bevve whisky in diretta, le azioni di Tesla registrarono un crollo del 10% il giorno successivo”. Il comportamento di Musk ha suscitato preoccupazione, anche perché le direttive aziendali di SpaceX e Tesla, in realtà, proibiscono esplicitamente l’uso di sostanze illecite. Inoltre le direttive del Drug-Free workplace act impongono con fermezza che le imprese che sottoscrivono appalti governativi o ricevono sovvenzioni federali negli USA, debbano garantire ambienti di lavoro esenti da sostanze stupefacenti. I contratti di Space X, quindi potrebbero essere a rischio e con loro mille miliardi di dollari e decine di migliaia di posti di lavoro legati al programma spaziale statunitense.

Ma qui arriva una sorpresa: un colpo di scena inaspettato, viste le premesse. L’avvocato di Elon Musk, Alex Spiro, dichiara che il magnate si sottopone regolarmente a test antidroga superandoli tutti. Non solo, è lo stesso Elon Musk che il 7 gennaio scrive su X: “Dopo quella boccata con Rogan, ho accettato, su richiesta della NASA, di fare 3 anni di test antidroga casuali. Non sono state trovate nemmeno tracce di droghe o alcol”.

Concludendo, chi spera che l’idea di un uso di sostanze psicoattive non ad uso terapeutico, ma per espandere le menti, migliorare la vita e produrre scoperte commerciali, trasformando alcuni personaggi di spicco in (involontari?) influencer, possa farsi strada più di tanto, nel mondo del lavoro e, più in generale degli investimenti e delle imprese, probabilmente sbaglia. Non so se Musk abbia o meno problemi di droga e, in fondo, sono, prima di tutto, problemi con cui lui stesso deve fare i conti. Qualcuno ci scherza pure sopra, dicendo che se ha implementato la guida autonoma sulle auto che produce, ci sarà pure un motivo. In ogni caso, chi mette capitali in una impresa e genera ricchezza e posti di lavoro, non tollera che chi la conduce si alteri e tantomeno che si possa pensare che lo faccia e, attenzione (!) qui non si tratta di “proibizionismo”: Musk sconta i dubbi che ha generato facendo test casuali non solo sulle droghe illecite, ma anche per l’alcol.

Solo il tempo ci dirà come si evolveranno queste vicende. Apparentemente in sempre più Paesi e per ragioni diverse, si fanno strada idee di legalizzazione di sostanze oggi illegali e senz’altro il concetto di “guerra alla droga” alla Nixon è finito anche dove era nato. Questo può essere, in prospettiva utile per la formulazione di nuovi farmaci.  Ma se, al di là di Musk la Silicon Valley, come riferiscono alcuni media, ha abbracciato, negli ultimi anni, l’idea dell’uso di sostanze per sviluppare benessere e creatività, non mi sembra che i risultati siano entusiasmanti.  Come riferisce The Economist “La Silicon Valley è ancora un luogo dove possono fiorire nuove idee, si possono accumulare fortune e prodotti che cambiano milioni di vite, vengono inventati e immessi sul mercato. Ma grazie ai suoi successi passati, non c’è più il fermento di una volta, ed è improbabile che possa mai più dominare il mondo della tecnologia come ha fatto negli ultimi decenni. Il costo della vita e della gestione di un’impresa allontanerà sempre più persone”[6].

Sarebbe opportuno farsi qualche domanda sulle narrazioni dei media, ma un certo tipo di comunicazione, però, ha senz’altro avuto effetti. Ricordo la telefonata di una madre. Il figlio, minorenne, assumeva LSD in microdosi, sostenendo che questo avrebbe aumentato le sue capacità mentali e che lo facevano anche alla Silicon Valley. Lei lo vedeva alterato e, probabilmente, le dosi stavano aumentando. Lui era convinto delle sue scelte. Dopo molte vicissitudini l’accordo finale si è risolto come per Musk: test casuali per dimostrare che non assumeva più sostanze.  Uno degli uomini più ricchi del mondo ed un ragazzino, accomunati dallo stesso destino: dover dimostrare di essere credibili, per la medesima ragione e, senz’altro, in prospettiva, anche a loro stesso vantaggio.

Riccardo C. Gatti

[1] Hadar A, David J, Shalit N, Roseman L, Gross R, Sessa B, Lev-Ran S. The Psychedelic Renaissance in Clinical Research: A Bibliometric Analysis of Three Decades of Human Studies with Psychedelics. J Psychoactive Drugs. 2023 Jan-Mar;55(1):1-10. doi: 10.1080/02791072.2021.2022254. Epub 2022 Jan 9. PMID: 35000572.

[2] https://www.wsj.com/articles/silicon-valley-microdosing-ketamine-lsd-magic-mushrooms-d381e214

[3] https://www.businessinsider.com/psychedelics-industry-growth-pitch-deck-ipo-ceo-interviews?r=US&IR=T

[4] https://www.wsj.com/business/elon-musk-illegal-drugs-e826a9e1

[5] https://www.wired.it/article/elon-musk-droga-tesla-spacex-lsd-ketamina/

[6] https://www.economist.com/briefing/2018/09/01/silicon-valley-is-changing-and-its-lead-over-other-tech-hubs-narrowing