La questione droga, normalmente, viene rappresentata in modo molto semplificato, quasi come se fosse solo un problema di ordine pubblico e sicurezza locale, oppure influenzabile con scelte alla portata del singolo Governo.
Attorno al consumo di sostanze, però, si giocano interessi e scontri tra blocchi di potere che sono molto intricati, spesso, poco evidenti e difficilmente rappresentati. In questi scenari, la relativa ricchezza dei cittadini europei (comparata a quella dei cittadini di altre parti del mondo) diventa particolarmente interessante e la concorrenza, tra chi vuole impossessarsene, attraverso la vendita di droga, è molto forte.
Per questo, droghe di tutti i tipi stanno invadendo il mercato europeo e la cocaina arriva a tonnellate. È un modo per trasferire le nostre risorse ad altri che, poi, le utilizzano per scopi diversi: finanziamento di guerre e terrorismo, ad esempio, ma anche per reinvestirle in attività lecite e, poco per volta, condizionare i mercati, le attività produttive, la logistica, il mondo della finanza, l’informazione, le scelte strategiche e politiche.
L’importante è che questa “strategia” non venga mai compresa più di tanto, che si continui a vedere il problema solo in rapporto alla devianza ed al disagio giovanile, anche di giovani che, nel frattempo, sono diventati vecchi. Intanto notizie e allarmi di distrazione di massa, amplificati da chi sa usare i nuovi media ed il mondo interconnesso come un megafono, concentrano pensieri ed energie su situazioni circoscritte, promuovono il mercato, facendo perdere una visione equilibrata della realtà.
Meglio se, così, il livello dello scontro politico locale si alza, meglio se ciascuno si arrocca attorno ai propri dogmi etici e politici, in modo che qualunque strategia risulti sufficientemente debole. Meglio ancora se il tutto, alla fine, si riduce al non affrontare il problema per quello che è. Qualche risorsa in più alle comunità terapeutiche, qualche stretta di mano, l’offerta di visibilità a figure emblematiche e niente di più.
Nel frattempo c’è chi ci sta portando via tutto.
Il narcotraffico è un motore per la conquista e la sottomissione del mondo: ora sta cercando di impadronirsi dell’Europa, per altro con le risorse dei primi sottomessi, i consumatori di droghe e, poi, di tutti noi.
La schiavitù dalla droga è anche questo: ci inchineremo ai nuovi padroni, dopo averli resi tali, in cambio di momenti di felicità effimera o di un po’ di anestesia?
Riccardo C. Gatti
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Come esempio di quanto detto, segnalo un articolo interessante, sebbene da valutare con cautela, vista la situazione politico – militare in atto a livello internazionale e la campagna presidenziale USA. Parlando di Hezbollah, apre comunque ad una visione degli scenari connessi al traffico ed all’offerta di droga che, per molti, potrebbe essere inaspettata. Consiglio di aprirsi a questa visione ed al ragionamento senza fermarsi, semplicemente, a quanto viene riferito sulle intenzioni di Hezbollah che è solo uno degli attori che intervengono nel mercato europeo. Certamente interpretare gli scenari della droga da questo punto di vista è complesso e rende anche più difficile abbracciare analisi semplificate e concetti del tipo “tutta colpa del proibizionismo” oppure, viceversa, “tolleranza zero”, perché perdono di consistenza nel momento in cui li si vuole tradurre davvero in soluzioni fattibili. D’altra parte siamo di fronte a un problema complesso: semplificarlo non ci può aiutare ad affrontarlo nel migliore dei modi.
Facing cash crunch, Hezbollah seeks to boost illegal drug sales in Europe