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È solo una sensazione, magari sbagliata, ma, leggendo le cronache e dal mio punto di osservazione, mi pare che gli atti violenti anche gravi, legati direttamente o indirettamente allo spaccio di droga siano in aumento. Intendiamoci: ci sono sempre stati ma, forse, per una maggiore attenzione dei media, sembrano di più.

Una alternativa, tutta da verificare, potrebbe essere una sorta di eccesso di spacciatori di strada, rispetto alla domanda, con una dura conseguente competizione per il possesso di aree di spaccio. Non una guerra tra organizzazioni criminali, ma proprio una competizione tra piccoli spacciatori, con una ridotta tolleranza per ogni sgarbo, ritardato pagamento o rispetto a qualunque cosa che possa provocare conflitto. L’eventuale uso di cocaina, crack o altri stimolanti potrebbe contribuire ad esplosioni di violenza che spesso vedono nel coltello un’arma sostitutiva.

Va considerato, inoltre, che lo spaccio sta cambiando e il “lavoro di strada” ha, ormai, una forte concorrenza. Molte persone ricevono droghe a casa o in luoghi concordati che nulla hanno a che fare con le piazze di spaccio o con boschetti della droga, altre le ricevono attraverso i normali canali di consegna di pacchi e corrispondenza, ordinandole in rete, altre ancora hanno un collega, un compagno di scuola o un amico che le distribuisce, per pagare i propri consumi. Una parte dello spaccio è poi attivato in luoghi di aggregazione come, per esempio, stadi e concerti, in modo non casuale e controllato da organizzazioni locali che lasciano poco al caso. Così è possibile che il singolo spacciatore di strada, abbia sempre più concorrenza e debba affermarsi in territori dove i competitori sono sempre più e la domanda è più contenuta, perché trova altre risposte. Per lui può essere anche facile procurarsi i prodotti da vendere, ma smerciarli e pagarli ai fornitori è sempre più difficile.

La vera criminalità organizzata sta alle spalle da tempo: si proietta in traffici internazionali ed ha sempre meno interesse per il controllo spicciolo dei territori e, così, piccoli conflitti esplodono e vengono risolti in modo brutale da persone spesso più “disperate” dei loro clienti, talvolta anche presenti clandestinamente sul territorio e che regolano il tutto secondo la legge di chi sa imporsi con la forza e non ha nulla da perdere.

Ribadisco che questa potrebbe essere solo una sensazione, ma penso che potremmo essere di fronte ad un fenomeno nuovo, da osservare attentamente e per cui trovare rimedi, visto che potrebbe peggiorare nel tempo. Coinvolge, tra l’altro, anche persone molto giovani che vengono così indirizzate verso un destino molto difficile. Tutto il contrario di ciò che potrebbe sperare chi ha tutta una vita davanti.

Riccardo C. Gatti