In tutto il Paese, si diffonde il crack, una droga derivata dalla cocaina con effetti rapidi e violenti. La dipendenza è certa per chi la consuma, e i danni fisici e psichici, anche gravi, sono molto probabili.
Il crack trasforma i consumatori da persone sane in malati mentali, con una visione della realtà molto alterata e difficoltà nel controllare gli impulsi.
Le cronache locali trattano il problema, ma i grandi media, il Governo e la politica a livello nazionale sembrano più coinvolti dai proclami di Trump e da ciò che accade in Nord America con il fentanyl, che da quanto sta accadendo in Italia con la cocaina e il crack.
Per i consumatori, cocaina e crack diventano l’obiettivo quotidiano, ma per le organizzazioni che ne controllano la distribuzione sono uno strumento di potere. Le enormi risorse che ne ricavano vengono reinvestite e permettono di condizionare la finanza, il commercio, la produzione, la logistica e diversi aspetti della società civile. La cocaina, inoltre, è un buon modo per agganciare, condizionare e rendere corruttibili persone che occupano posizioni chiave nel Paese.
Insomma, siamo allertati sui pericoli del fentanyl, da una parte, e della cannabis, dall’altra. Sul gioco d’azzardo e sulla dipendenza dalla rete e dai telefonini si scrivono volumi e si discute in convegni e nelle scuole, ma… …ma, in proporzione al problema, sulla diffusione di cocaina e crack c’è uno strano silenzio.
Inspiegabile?
Riccardo C. Gatti