Di fronte ad una situazione critica in ambito bellico, ad esempio una possibile offensiva, ci si prepara per reagire secondo l’ipotesi più probabile e quella più pericolosa. Errori in queste analisi possono avere effetti disastrosi.
Per la diffusione di droghe succede la stessa cosa. Nel momento in cui si deve elaborare una strategia, esplicitamente o implicitamente, si cerca di immaginare quale sia l’ipotesi più probabile e quella più pericolosa.
Il nostro Governo, ad esempio, per quanto riguarda “l’emergenza Fentanyl”, si è chiaramente orientato nel lanciare un’allerta sulla ipotesi più pericolosa: in Nord America, il Fentanyl, sta provocando una strage per overdose. Molti si sono stupiti perché, se la nostra storia, riguardante la diffusione di droga e gli interventi conseguenti, è una storia di dichiarate emergenze, è la prima volta che viene dichiarata una emergenza preventiva per la diffusione di una sostanza, il fentanyl di produzione clandestina, che non è in circolazione nel Paese. Solo nei giorni del lanciato allarme, una persona si è presentata all’Unità di Strada, afferente al Ser.T dell’Usl Umbria 1, con una sostanza che verrà analizzata: eroina 50%, codeina (30%), diazepam (15%) oltre al 5% di Fentanyl. Strano. Dopo questo particolare evento, le segnalazioni rimarranno sporadiche e riferite soprattutto al Fentanil farmaco, uscito dal circuito della cura con cessioni improprie, ricette false, furti ecc. Non hanno avuto particolare incremento i casi di overdose da oppiacei, cosa inevitabile se si fosse diffuso il fentanyl (o meglio i diversi preparati della famiglia del fentanyl) di produzione clandestina.
Così, pensando al futuro prossimo, vediamo quale sia, invece, l’ipotesi più probabile.
Seguendo il trend attuale, avremo senz’altro una maggior diffusione di crack ed anche di mix di sostanze, farmaci compresi, che potrà arricchire il mercato delle droghe low cost. Cannabis e cocaina hanno già una diffusione così ampia che diventa difficile pensare ad una crescita imponente. Farei attenzione all’eroina che, in controtendenza, viene venduta a un costo contenuto in alcune situazioni, forse per fidelizzare nuovi clienti. Per gli alcolici il tentativo di coinvolgere le nuove generazioni è forte e, prima o poi, avrà successo: per ora sembra agganciare le giovani donne che rappresentano un ambito di possibile espansione del mercato. Considerando l’invecchiamento della popolazione, un altro ambito su cui investire potrebbe essere costituito dalle persone non più giovanissime, per allargare il bacino dei consumatori, anche potenziando, per le sostanze illecite, catene di vendita con delivery riservata ed efficiente, già cresciute e consolidate nei tempi duri del Covid. Per il fumo avremo meno sigarette, ma più dipendenza da nicotina somministrata con device di tendenza. Poi ci sono le dipendenze non da sostanze.
Problemi? Si. Ci sono situazioni sempre più difficili da curare e gestire ed il sistema di intervento segue ormai tipologie di popolazione su un range di età e di condizioni sociali e culturali molto ampio, che non possono più “convivere” negli stessi percorsi di trattamento. Questo indebolisce la capacità operativa a livello territoriale, già in sofferenza, e la rende più difficile a livello residenziale (comunità) e semiresidenziale. Un percorso terapeutico-riabilitativo per una persona molto giovane e per un anziano, ad esempio, non sono sovrapponibili. Oltre a ciò c’è un abuso di farmaci sommerso che prima o poi affiorerà, e avrà bisogno di risposte ulteriormente differenziate.
Tra dedicare attenzione all’ipotesi più probabile o a quella più pericolosa, per ora, abbiamo scelto la più pericolosa, dichiarando l’emergenza fentanyl, fidandoci che le forze in campo siano sempre in grado di far fronte al bisogno. L’ errore strategico è di non aver considerato sia l’ipotesi più pericolosa che quella più probabile. Abbiamo considerato solo una delle due.
Riccardo C. Gatti