Da una parte inizio a vedere manifestazioni di piazza perché il Servizio Dipendenze locale venga rafforzato e si faccia qualcosa in più per prevenire e curare. Leggo dell’appello di un Vescovo perché venga varata una legge regionale per rafforzare gli interventi. So di Associazioni di settore nazionali e locali che, ormai da tempo, chiedono un maggiore impegno delle Istituzioni. Leggo anche di SERD rimasti senza medico e, in generale, Pubblico e Privato Sociale hanno problemi nel reperire nuovo personale qualificato. Osservo una situazione dell’offerta di cura in forte difficoltà rispetto al bisogno. Non solo: le carceri sono piene di tossicodipendenti e si può diventare spacciatori anche a 13 – 14 anni, la cocaina arriva a tonnellate ed il crack sta iniziando a portare una diffusa devastazione in chi lo consuma. Cose che preannunciano un peggioramento dello scenario.
Droghe e dipendenze – Qualcosa non torna !!
Dall’altra parte, vedo la proclamazione di stati di allerta da parte del Governo e del Ministero della salute, per la possible diffusione del fentanyl, con il dubbio che, sottotraccia, la sua diffusione sia già iniziata, a partire dalla “diversion” del farmaco.
Qualcosa non torna !!
Possiamo anche alzare il livello di attenzione ma, senza un piano straordinario per verificare e rafforzare, dove necessario, il lavoro di prossimità e l’effettiva accessibilità al sistema di cura (territoriale, residenziale, semiresidenziale e con reparti specialistici di ricovero che mancano), il sistema potrebbe non reggere e collassare di fronte al bisogno ed alla domanda. Un esempio: poniamo che, come è possibile, ci sia un mercato grigio parallelo di oppioidi (fentanil compreso) che escono dal percorso di cura e creano abuso e dipendenza. Si alza l’attenzione ed il controllo dei farmaci in modo efficace, rendendoli non più disponibili nel mercato parallelo. Se il sistema di cura non riesce a intercettare chi ne è dipendente cosa può accadere? Si apre la strada al mercato degli oppioidi sintetici prodotti clandestinamente ed anche la distribuzione del fentanyl, prodotto dai narcos, diventa plausibile e interessante economicamente.
Poiché non penso che il Ministero della Salute stia lanciando a caso ripetuti inviti alla attenzione, la base per questo cortocircuito esiste, anche perché il rafforzamento della rete di prevenzione e cura richiede tempi non brevi, per essere operativo.
Eppure continuo a vedere segnali di allerta, quasi come se le forze in campo fossero già perfettamente idonee ad affrontare le problematiche esistenti: quelle su cui si chiede attenzione e quelle che si teme ci potrebbero crollare addosso da un momento all’altro. Purtroppo non è così.
Facciamo qualcosa adesso!
So che ci sono molti limiti tra cui l’enorme debito pubblico che frena la disponibilità di risorse e ci sono anche condizioni che spingono altrove il personale specializzato, ma troviamo il modo di impegnarci per fare almeno il possibile, per elaborare un pensiero strategico coerente e metterlo in atto. Evitiamo di mostrarci consapevoli della situazione rimandando il fare qualcosa a tempi migliori: così facendo non avremo tempi migliori.
Non aspettiamo ancora!
Riccardo C. Gatti