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Si continua a trovare, quando la si cerca, droga nelle carceri. Costa più che fuori, ma si trova di tutto.

C’è chi afferma che ci sono troppi tossicodipendenti nelle carceri e che siano necessari piani di recupero migliori di quelli in atto attualmente e, probabilmente, ha ragione, anche se la situazione non è uguale in tutte le carceri.

Il sottinteso è che se i tossicodipendenti non fossero in carcere, ma scontassero la pena altrove, per esempio in comunità terapeutica, ci sarebbero meno problemi.

È possibile ma bisogna tener conto di due cose che, normalmente, non vengono dette:

1) non tutte le persone che usano droghe (in carcere come fuori) sono tossicodipendenti;

2) non tutti i tossicodipendenti vogliono sottoporsi ad un percorso per abbandonare l’uso della droga, o delle droghe, da cui dipendono.

Tenendo presente queste due constatazioni, è vero che se ci fossero interventi più strutturati per i detenuti tossicodipendenti, con un collegamento a percorsi esterni adatti, la situazione potrebbe migliorare. Ma ci sono risorse per poterlo fare? Si trova con facilità personale sanitario e sociosanitario esperto, disponibile a lavorare nelle carceri?

Detto ciò, le carceri sono affollate da persone che usano droghe e hanno problemi mentali. In pratica hanno sostituito, almeno in parte, i manicomi di una volta ma, almeno teoricamente, i manicomi erano fatti per curare le malattie mentali, le carceri no. Ciò che, oggi, non si riesce a fare è intervenire prima che si generino condizioni che portano queste persone a delinquere. In molti casi si vede che l’uso ed il commercio di droghe, ad esempio, è, per loro, quasi una scelta naturale ed, in un certo senso, obbligata.

È una sorta di welfare criminale, in mancanza di alternative. Questo non giustifica il fatto che compiano reati, ma lo spiega.

Probabilmente è su questo che bisognerebbe intervenire. I programmi di cura ed assistenza, fatti a posteriori, rischiano altrimenti di non risolvere il problema se alla fine, scontata la pena, si ritorna nelle condizioni che lo hanno generato.

La vera prevenzione non è solo realizzare iniziative in cui si spiega che la droga fa male, ma intervenire per cambiare quelle condizioni in cui l’uso di droga diventa una scusa per vivere.

Riccardo C. Gatti