Come riferisce Il Tempo e confermano anche diverse altre fonti “Trump ha ribadito l’intenzione di imporre, dazi del 25% sui vicini Canada e Messico, a meno che questi ultimi non facciano un giro di vite sui migranti illegali che attraversano il confine con gli Stati Uniti e sul flusso del letale fentanyl.
Il presidente ha poi minacciato un ulteriore dazio del 10% per le merci cinesi, sempre a causa della droga”.
Per quanto riguarda i Paesi confinanti (Canada e Messico) il provvedimento riguarda anche l’immigrazione clandestina ma, per la Cina, è chiaramente collegato solo al Fentanyl e precursori. Gli USA, in pratica, hanno dichiarato una nuova guerra alla droga.
La prima era stata dichiarata da Nixon, negli anni ‘70.
Si tratta, per ora, di una guerra diversa, per le modalità con cui viene condotta. Inoltre è incentrata su una unica sostanza: il Fentanyl. Questo significa che, per assurdo, se il Governo Messicano riuscisse a bloccare l’esportazione di Fentanyl da parte dei Narcos, ma non quella di cocaina, metamfetamina ed altre droghe, I dazi USA verrebbero tolti?
Una seconda peculiarità è che, per gli USA, non sarà facile trovare alleati, visto che gli stessi Paesi confinanti sono trattati come “nemici” e non è detto che non applichino contromisure economiche (ad esempio il Canada fornisce l’energia elettrica a diversi Stati USA). Inoltre sono stati annunciati dazi anche nei confronti dell’Europa e, a questo punto, viene da chiedersi se il Fentanyl (e l’immigrazione clandestina) non siano una scusa per applicare un “sovranismo protezionista” che ha ragioni differenti da quelle dichiarate.
Non sono in grado di ipotizzare le ricadute economiche mondiali delle decisioni di Trump ma, se davvero fossero efficaci per arginare l’arrivo di fentanyl negli USA, mi chiedo se questa sostanza, descritta come molto redditizia e facilmente producibile e movimentabile, non potrebbe essere indirizzata dai Narcos verso il Sud America e l’Europa. Perché rinunciare ai guadagni, quando le strade per il traffico di droga verso queste zone del mondo sono già aperte e ben funzionanti?
Certo è che se il traffico di fentanyl verso gli USA si fermasse o, comunque, fosse ampiamente ridimensionato, senza essere dirottato verso il Sud America, l’Europa o altri Paesi, si solleverebbero interrogativi importanti proprio sul significato della diffusione della sostanza nel territorio USA.
Mi sembra, però, strano il ruolo che Trump attribuisce al Canada, visto che, in questi anni, ha dovuto affrontare una drammatica situazione, legata al fentanyl, simile a quella statunitense.
Cosa accadrà in relazione alle decisioni USA è da osservare con attenzione, ma se la politica dei dazi fosse vincente, in relazione alla diffusione del fentanyl, si rivelerebbe una situazione davvero inquietante: l’indifferenza o la complicità di Stati importanti con il narcotraffico e mi rimarrebbe anche il dubbio di una sorta di tolleranza verso la diffusione di alcune droghe, ma non di altre. Insomma, mi chiederei, oltre a quanto viene ufficialmente dichiarato, come viene regolato e controllato il narcotraffico mondiale e da chi.
Riccardo C. Gatti
P.S, Nel giro di breve tempo dopo la scrittura di questo articolo i dazi per Canada e Messico sono stati sospesi, perché questi Paesi hanno dichiarato un forte impegno per contrastare la diffusione del fentanyl. La situazione è molto fluida … ma apre anche alcuni interrogativi.
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