L’eroina in presa diretta sotto le nostre case. Ma nessuno vuole vedere.

Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera (pagine di Milano) il 22 giugno 2015. Nei giorni precedenti il quotidiano aveva pubblicato immagini e, on line, un filmato di ragazzi che, in vie relativamente centrali della città, si iniettavano eroina in vena.

Soprattutto nella Milano del post-industriale, del post-terziario avanzato, in quella Milano che non é più da bere e cerca la sua strada per superare la crisi, nella Milano dell’Expo dove passano i Presidenti delle Nazioni e si parla del mondo, la questione droga é stata dimenticata. E’ cronicità, intesa come passato, come assistenza ma non é futuro.

Chi é informato viene bombardato di informazioni sulle droghe, di tutti i tipi, che fanno bene, ormai per qualunque cosa, e che diventano medicine, magari sperimentali ma pur sempre tali. Certo i Servizi per le tossicodipendenze seguono migliaia di persone ma quelle sembrano altro da noi. Il futuro non guarda indietro.

Poi il Corriere pubblica foto di ragazzi che per strada si iniettano eroina, frutto del lavoro di documentazione di lettori preoccupati, forse esasperati da quello che succede proprio sotto le loro finestre eppure nessuno sembra vedere, oltre a loro.

La realtà é che l’eroina non é tornata: non se ne é mai andata, non era, forse di moda, l’abbiamo cancellata con l’ombra di mille altre dipendenze patologiche reali ed immaginarie ma é rimasta dove era, in mezzo a noi. Abbiamo dimenticato che ancor prima di diventare una droga é uno strumento di investimento ed ora che la crisi sembra allentarsi, girano più risorse ed é questo che interessa. Si può ritornare a investire. Così gradualmente fenomeni nascosti tornano ad apparire.

Impossibile? Negli Stati Uniti oggi l’eroina è già una emergenza primaria ma da noi non se ne parla perché oltre oceano i nuovi eroinomani hanno incominciato con i farmaci oppiacei, non sono devianti o emarginati e questo imbarazza: perché sembra incredibile e pone interrogativi sul risultato di tante guerra alla droga.

Tornerà una epidemia come negli anni ’70. Probabilmente no ma forse sarà peggio perché meno circoscritta. Intanto, per la prima volta dagli anni ’70, in Europa si ricomincia a produrre eroina e le linee di traffico assumono nuove configurazioni che mirano proprio verso il vecchio continente.. Pensiamoci e soprattutto non comportiamoci da ingenui per poi, se e quando scoppierà l’emergenza, mostrarci sconvolti e sorpresi dal non osservare la realtà che già avevamo davanti.

Riccardo C. Gatti

Direttore Dipartimento Dipendenze

ASL Milano

Consiglio anche la lettura di Il ritorno dell’eroina