Quando John Huffman ed altri scienziati, nel 2004 incominciarono a pubblicare articoli a proposito della produzione di cannabinoidi sintetici negli USA,  non avevano intenzione di produrre nuove droghe, ma di studiare il funzionamento del sistema dei cannabinoidi endogeni che, nel nostro organismo, influenza molte funzioni.

Probabilmente non avevano idea che le loro scoperte sarebbero state utilizzate anche per scopi ben diversi e che la cannabis sintetica sarebbe diventata una “nuova droga”. Certo è che proprio Huffman aveva detto “La chimica per fare queste cose è molto semplice e molto antica”. “Hai solo tre materiali di partenza e solo due passaggi. In pochi giorni, potresti fare 25 grammi, il che potrebbe essere abbastanza per fare il caos.”

E … così si creo il caos. Non è chiaro quale procedimento abbiano usato i chimici dei laboratori clandestini, ma già alla fine del 2008, i composti che avevano avuto origine nel campus dell’Università di Clemson, negli USA, dove lavorava Huffman, furono identificati da un laboratorio forense in Germania. I produttori avevano spruzzato il cannabinoide sintetico sulle foglie di piante e lo avevano venduto. Incominciava la commercializzazione della Marijuana sintetica, sotto il nome di Spice. JWH-018 è stato il primo cannabinoide sintetico ad essere identificato, come prodotto adulterante in Germania. Prodotti di sintesi simili a principi attivi che si trovano nella cannabis, oggi, si trovano in commercio, spruzzati su materiale vegetale essiccato e trinciato in modo che possano essere fumati (“herbal mixture” o “herbal blend”) e come liquidi da vaporizzare e inalare in sigarette elettroniche e altri dispositivi.  Prodotti, originariamente legali, perché non conosciuti come droghe,  sono stati venduti con una varietà di nomi tra cui, oltre a Spice,  K2, Joker, Black Mamba, Kush, and Kronic ecc.  Attualmente ne esistono moltissimi: la prima e la seconda generazione di cannabinoidi condividevano molte caratteristiche con quella di Huffman. I nuovi composti, di generazione successiva, hanno,  sempre meno in comune con i loro antenati. Già nel 2014 erano stati individuati 177 cannabinoidi sintetici differenti. Per molti i reali effetti sono assolutamente sconosciuti, si possono solo supporre. Eppure anche oggi, c’è chi crede che siano prodotti a base naturale, che permettono una divertente alterazione senza alcun rischio.  I rischi per la salute fisica e psichica, invece, ci sono e, purtroppo, sono gravi.

 

 

La triste realtà è che i consumatori si accostano a questi prodotti con molta leggerezza. Il fatto che ancor oggi non siano individuati dagli usuali test di screening per l’abuso di droghe, li ha resi particolarmente interessanti per chi li utilizza, ma anche particolarmente problematici, in caso di eventuali situazioni di emergenza/urgenza.

Agiscono sui medesimi recettori del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) ma in taluni casi in modo (molto) più potente. I consumatori parlano di effetti simili alla marijuana come tono dell’umore elevato, rilassamento, percezione alterata della realtà ma anche descrivono sintomi psicotici, dove il contatto con la realtà è completamente perso. Sebbene le similitudini con la cannabis esistano, alcuni effetti fisici come convulsioni; agitazione, ipertensione, vomito e squilibrio elettrolitico con ipokaliemia sono caratteristici di intossicazione da cannabis sintetica e non sono presenti nemmeno dopo aver consumato alte dosi di cannabis biologica; alcuni effetti psichici come ansia, allucinazioni, insonnia e episodi psicotici possono essere vissuti per giorni e settimane dopo aver consumato cannabis sintetica; la cannabis sintetica è probabile possa avere (mediato dai recettori CB1), un maggior effetto di carico cardiaco, con un decremento dell’ossigenazione del cuore e seri problemi conseguenti come infarto e tachicardia, sia negli adulti che negli adolescenti.

Così in caso di malori e conseguenti  situazioni di emergenza, questi pazienti devono essere monitorati per aritmia, ischemia miocardica ed eventuali  squilibri elettroliti. Non è poco per prodotti che, sin dal confezionamento, richiamano il relax, il divertimento.

La cannabis sintetica può dare dipendenza. I disturbi astinenziali, nei consumatori abituali, possono essere frequenti e molto precoci. Tra questi convulsioni, palpitazioni, dispnea, tachicardia, dolore toracico, e inoltre craving, cefalea, ansia intensa, insonnia, nausea e vomito, perdita dell’appetito e sudorazione profusa. Il rinforzo negativo, dato dai sintomi di astinenza, tende  promuovere  l’uso continuativo di queste sostanze.

Sostanze che, più conosciamo, più si rivelano pericolose: anche le più recenti revisioni della letteratura scientifica descrivono  importanti rischi associati all’uso. Vale la pena di ricapitolarli perché, oltre l’abituale asetticità delle pubblicazioni scientifiche, ci sono storie vere di tante donne e tanti uomini che hanno dovuto affrontare, assieme ai loro cari, momenti invalidanti e difficili (ripeto: quando le cose sono andate nel migliore dei modi).

  • Gravi tossicità interessano numerosi sistemi e possono provocare aritmie, infarto miocardico, morte cardiaca improvvisa, psicosi, ideazione suicidaria, convulsioni, necrosi renale tubulare acuta ed emorragia intracranica.
  • Inoltre, sono state anche segnalate coagulopatie e morti associate dovute a contaminazioni da brodifacoum (un anticoagulante usato nelle esche topicide), il che dovrebbe far comprendere come, oltre al prodotto in sé, anche come viene preparato, ne aumenta la pericolosità.

Dunque, un po’ per ignoranza, un po’ per superficialità, sostanze da cui bisognerebbe stare molto distanti continuano a diffondersi. Già qualche anno fa, ad esempio, a soli dieci anni dalla loro comparsa in Europa, i cannabinoidi sintetici erano una delle droghe più conosciute a Milano, subito dopo marijuana ed hashish. Probabilmente chi usa queste droghe, trova, nonostante tutto, molte di ragioni valide per utilizzarle, altrimenti non si spiega la loro diffusione. Solo in caso di problemi vengono fatte considerazioni diverse, basate su esperienze non di rado tristi, mortificanti, invalidanti. Un mio paziente, in proposito, mi ha detto: “a questo punto, vorrei proprio riavvolgere il nastro e ricominciare diversamente questa parte della mia vita”. Purtroppo non era (più) possibile.

Riccardo C. Gatti

da leggere anche

 

Alcune fonti:

–National Institute on Drug Abuse; National Institutes of Health; U.S. Department of Health and Human Services.

–Terrence McCoy – How this chemist unwittingly helped spawn the synthetic drug industry – The Washington Post 9/8/2015

–Ashley Yeager – How K2 and Other Synthetic Cannabinoids Got Their Start in the Lab – The Scientist 27/11/2018

–Koby Cohen and Aviv M. Weinstein – Synthetic and Non-synthetic Cannabinoid Drugs and Their Adverse Effects-A Review From Public Health Prospective – Front Public Health. 2018; 6: 162.

–“Adverse Effects of Synthetic Cannabinoids: Management of Acute Toxicity and Withdrawal”

–Ziva D. Cooper – “Adverse Effects of Synthetic Cannabinoids: Management of Acute Toxicity and Withdrawal” Curr Psychiatry Rep (2016)

–Travis S. Heath, PharmD, Zachary Burroughs, MD, A. Jill Thompson, PharmD, and Frederick W. Tecklenburg, MD – Acute Intoxication Caused by a Synthetic Cannabinoid in Two Adolescents -J Pediatr Pharmacol Ther. 2012 Apr-Jun; 17(2): 177–181

–Mark B. Mycyk .- Emerging Drugs of Abuse: What Was New Yesterday Is NEW Today – J Med Toxicol. 2012 Mar; 8(1): 1–2

–Alipour A, Patel PB, Shabbir Z, Gabrielson S – Review of the many faces of synthetic cannabinoid toxicities. Ment Health Clin. 2019 Mar 1;9(2):93-99