* Il fatto che in 20 anni il consumo di cannabis tra gli adolescenti in Spagna sia diminuito del 40% (fonte ADUC droghe) è, senz’altro, un dato interessante ma…facciamoci anche una domanda: vent’anni fa lo scenario dell’abuso di sostanze era uguale a quello di oggi?

Gli autori dello studio spagnolo non escludono, infatti, una relazione tra il calo del consumo di cannabis e l’aumento di altre sostanze psicoattive o persino di prodotti percepiti come meno dannosi.

Questi fattori socioculturali “potrebbero rimodellare le tendenze di consumo in questa fascia d’età”, affermano in una dichiarazione.

Aggiungerei, ma questa è una opinione molto personale, che la cannabis sta diventando sempre più una droga per “vecchi”. Ha perso da tempo il fascino della trasgressione e, la visione salutistica di chi ne ha promosso il mercato legale, l’ha trasformata, da una parte, in una sorta di farmaco, e dall’altra in un consumo “giovanilistico”, per chi ricorda, esplicitamente o implicitamente, tempi passati.

Il tentativo di alzarne il principio attivo e, quindi, l’effetto drogante, per renderla più appetibile per i giovani, ne ha aumentato la pericolosità, ma non il fascino.

Detto ciò, i ragazzini che si accostano alla cannabis sono ancora troppi, ma il binge drinking e l’abuso di farmaci, al momento, potrebbero essere più di tendenza e, per quanto riguarda le altre droghe, la scelta è molto ampia.

Non escluderei, in assoluto, però, che le giovani generazioni stiano costruendo una nuova cultura della società interconnessa che li porta verso una visione più critica dei consumi, compresi quelli di cannabis ed altre droghe. Insomma, la società dei consumi, intesa come l’hanno intesa quelli che l’hanno costruita, potrebbe essere arrivata ad un apice, preludio di una fase di declino, anche per i consumi acritici delle droghe.

Riccardo C. Gatti